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Salute

ATTIVITA’ ESTIVE E INFORTUNI MUSCOLO-SCHELETRICI

Le attività estive comportano spesso infortuni come distorsioni, tendiniti o strappi muscolari. È sempre complicato e difficile educare la popolazione ormai abituata a certi rituali tramandati di generazione in generazione. Oggi vorrei dedicare un articolo intero a quello, che spesso o quasi sempre, si fa di sbagliato di fronte ad infortuni di un distretto dell’apparato muscolo-scheletrico.

Le più recenti ricerche scientifiche ci fanno riflettere sui consigli dati alle persone, ma come possiamo educare i cittadini e soprattutto i professionisti (medici) del settore ad aggiornarsi? Chi ne paga le conseguenze è il paziente, ovvero, più siamo al passo con le ricerche e meglio aiuteremo i nostri assistiti.

 

Infortuni, cosa EVITARE ?

Oggi gli acronimi ICE, RICE, POLICE ….sono tutti  protocolli superati.

Come mai la mamma mi ha sempre detto di mettere il ghiaccio o il dottore appena mi faccio male urla in diverse lingue la necessità di apportare freddo endogeno per ridurre il dolore e il gonfiore? L’utilizzo del ghiaccio crea molte perplessità, per esempio è dimostrato che la temperatura interna non cambia, quindi il freddo endogeno non passa. Un utilizzo prolungato può creare una perdita di responsività a livello recettoriale, quindi una struttura meno reattiva agli stimoli esterni.

Un utilizzo prolungato può creare anche delle bruciature sulla pelle, ma quello può essere evitato facilmente applicando un panno per creare una barriera sulla nostra pelle evitando il contatto diretto con la cute. Insomma la vasca con acqua, sale e aceto della nonna non è accettata dalla comunità scientifica, non ha passato il test di approvazione.

Ma la domanda può sorgere spontanea: ma il ghiaccio non diminuisce la sensibilità dolorosa? La risposta è si. Il ghiaccio ha un effetto antalgico locale e momentaneo, quindi l’analgesia è la prima cosa che una persona cerca, ma non dobbiamo più ragionare a livello empirico. Sarebbe veramente importante se tutti seguissero delle linee guida comuni perché si avrebbero meno diatribe interne e più comunicazione tra professionisti e dottori, eliminando l’ego personale che danneggia la medicina.

 

Infortuni, cosa FARE?

Ad oggi, qualora questa estate mi trovassi di fronte ad un infortunio, cosa dovrei fare?
Rispettare le linee guida moderne ricordando un facile acronimo che ritroviamo anche in altri contesti PEACE & LOVE. Questo è il nuovo modello da seguire, ma ora andiamo a vedere passo dopo passo che significa ogni lettera di questo acronimo.

Protection: evitare che l’arto o il distretto colpito possa andare incontro ad ulteriori danni o movimenti che esacerbino il dolore. Insomma il paziente deve stare fermo e protetto, perché la vera medicina è il riposo e la calma. Il corpo attuerà tutti i meccanismi riparatori che conosce, molto meglio di una farmacia super attrezzata.

Elevation: in caso di trauma ad arti inferiori, sollevare la gamba sopra il livello del cuore affinchè la gravità riporti  più facilmente, alla base, i liquidi fuoriusciti dopo l’infortunio. Il gonfiore è uno degli effetti post-traumatici e per aiutare il ritorno venoso dobbiamo attuare delle pratiche facilmente riproducibili.

Avoid Anti-inflammatoreies: evitare gli antifiammatori e non usare il ghiaccio, potrebbe creare confusione e paura. In realtà andrebbe consigliato di non prendere farmaci nelle prime fasi e aspettare che il corpo svolga le sue funzioni naturali da riparatore. Il farmaco potrebbe (utilizzo il condizionale, perché potrei essere linciato dopo questa affermazione) fare peggio, rallentando la guarigione del corpo che invece deve fare il suo corso.

Il nostro corpo si rende conto che abbiamo avuto un danno ed è premunito “di una farmacia interna molto assortita”. Utilizza l’infiammazione per riparare i tessuti danneggiati e quindi interrompendo questo processo si otterrebbe l’effetto contrario. Ora pensiamo a quante volte abbiamo fatto il contrario: quasi sempre, io compreso.

Compression: bisogna ridurre il gonfiore e quindi l’utilizzo di bende elastiche o tape è consigliato, l’importante è che vengano messe bene e con raziocinio. Fare una fasciatura fatta male può essere peggio che non farla, quindi studiare bene il trauma e valutare di cosa ha bisogno il paziente.

Education: educare il paziente è molto importante. E’ utile spiegargli la condizione in cui si trova scegliendo le parole giuste. Empatia e comunicazione verbale e non verbale, sono basilari. Poi sarà il paziente a scegliere il suo percorso, ma almeno sappiamo che abbiamo fatto il massimo per istruirlo.

Load: aumentare il carico graduale seguendo i segnali inviati dal paziente, che sa riconoscere benissimo se un movimento è safe o meno. Quindi renderlo partecipe di questo processo, perché dobbiamo tornare al carico, ma solamente quando la persona è pronta e quando il professionista ritiene che sia il momento adatto. Il dolore sarà il segnale che ci guiderà in questa fase e ci indicherà se è troppo presto o meno.

Optimism: l’aspetto psicologico ormai è stato introdotto da tempo perché influisce tantissimo sull’andamento della guarigione, i nostri pazienti devono essere assistiti anche emotivamente, quindi essere ottimisti!
Il corpo si adatta a tutto, anche di fronte ad un brutto infortunio.
Trasmettere serenità, far comprendere i vari passaggi di stato e i miglioramenti ottenuti, per allontanare il più possibile la paura del dolore cronico e persistente.

Vascularisation: permettere, quando è possibile, delle attività cardio-vascolari che aiutino la vascolarizzazione del tessuto danneggiato.

Exercise: infine il recupero attivo va per la maggiore, soprattutto quando il dolore è diminuito o passato del tutto. Consigliare al paziente esercizi di rinforzo muscolare, di propriocettiva che stimolino la zona interessata per rispondere meglio agli stimoli esterni e per evitare ulteriori ricadute.

 

Affidarsi ai giusti specialisti

Tutte queste sono delle linee guida importanti che possiamo consigliare al paziente che si è fatto male, ma un altro approccio molto raccomandato è di farsi vedere da un fisioterapista specializzato che conosca molto bene le pratiche da effettuare. Insomma non bisogna mai sottovalutare un problema fisico, perché potrebbe diventare qualcosa di molto più fastidioso e difficile da debellare. L’educazione e il buon senso ci aiutano ad evitare conseguenze molto più gravose.

 

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COLPI DI CALORE DURANTE GLI ALLENAMENTI ESTIVI

Allenamenti all’ aperto e caldo rovente

L’estate può essere molto “rovente” soprattutto nei paesi come l’Italia, quando il clima supera certe temperature diventa pericoloso allenarsi all’aperto, perciò bisogna imparare a gestire il caldo per evitare effetti negativi che possono mettere a rischio la nostra salute.

L’alternanza di periodi torridi e più freschi è imprevedibile, anche se il cambiamento climatico ci sta abituando a mutamenti repentini perfino durante l’estate; una variabile per esempio è la direzione del vento. Quando il vento soffia da nord avremo un periodo di caldo secco, ma allo stesso tempo piacevole, perché giunge da paesi più freddi. Quando invece il vento proviene dall’Africa, quindi dal sud, facciamo fatica anche a dormire, figuriamoci ad allenarci. Ma come possiamo fare a gestire questo alternarsi di alte temperature accompagnato da una forte umidità e allo stesso tempo trovare del tempo per allenarsi?

Condizione fisiche 

Tutti noi possiamo trovare delle soluzioni senza incorrere in problemi di salute, addirittura quando le temperature superano i 40°, ma utilizzando il buon senso. Sono sempre stato un fautore del movimento e non consiglio mai l’atteggiamento pigro e sedentario. Innanzitutto è importante valutare il nostro stato di salute generale, la nostra condizione fisica, le nostre comorbilità e l’età anagrafica che non bisogna sottovalutare. Dopo aver fatto una bella autovalutazione, scegliamo quale attività ci piace di più. Un esempio molto comune è la corsa che ci richiede uno sforzo fisico molto intenso, ci espone al sole caldo se corriamo all’aperto, rispetto ad un tapis roulant che di solito si trova all’interno di un ambiente chiuso.

Se dovessimo decidere di correre durante l’estate, sono consigliate le ore più fresche, ovvero la mattina presto o la sera dopo le 19:00. Se proprio è impossibile, perché l’unico orario libero è la pausa pranzo, scegliamo un percorso alberato dove la temperatura è molto più bassa rispetto ad una strada con l’asfalto infuocato. Ricordiamoci di valutare la nostra condizione di partenza, se non siamo allenati, se abbiamo sopra i 70 anni, se siamo in sovrappeso o con problemi cardiovascolari è veramente sconsigliato allenarsi all’aperto e con le temperature sopra i 30 gradi. Tuttavia molte persone sono abituate ad allenarsi e a correre anche nelle ore più calde, ma non bisogna mai improvvisarsi.

Prevenire colpi di calore

I consigli fondamentali per allenarsi l’estate e con il caldo sono: uscire di casa nelle ore più fresche, scegliere un percorso alberato, bagnarsi la testa e i polsi con acqua fredda, bere tanta acqua prima e durante l’allenamento, fare una bella colazione in modo tale da avere le energie necessarie per affrontare lo sforzo fisico, ma il consiglio più spassionato è non esagerare, fare un allenamento progressivo, quindi aumentare in maniera graduale la difficoltà e il tempo di esposizione alla fatica e al sole. Un vero allenamento ci deve portare all’obiettivo di migliorarci senza esporci ad inutili rischi per la nostra salute.

ESERCIZI E CONSIGLI PER PREVENIRE INFORTUNI DURANTE L’ ATTIVITA’ FISICA ALL’ APERTO

Prevenire gli infortuni sportivi durante gli allenamenti all’aperto richiede particolare attenzioni a più fattori.

Capire da quale condizione fisica si parte è fondamentale, per capirlo si possono fare dei TEST in particolare test FORZA, RESISTENZA, POTENZA, COORDINAZIONE, FLESSIBILITA’

-Importanza di un buon riscaldamento: il riscaldamento serve ad innalzare la temperatura corporea, migliorando cosi la FLUIDITA’ del sangue favorendo L’OSSIGENAZIONE dei muscoli al fine di evitare contratture, stiramenti o strappi

-Utilizzare una giusta attrezzatura: prediligere MATERIALI TECNICI , calzature adeguate. Ogni attività ad alto o basso impatto che sia necessita di un adeguata attrezzatura

-Allenarsi in maniera graduale: la ripresa deve essere LENTA E GRADUALE cosi che il fisico non sia sottoposto ad uno stress eccessivo

-Idratarsi in modo frequente: è consigliato BERE un quarto di litro d’acqua ogni 15 MINUTI circa durante l’allenamento. Terminata l’attività bere acqua fresca a piccoli sorsi ogni 15’

-Adeguati tempi di recupero: assicurati di recuperare in modo corretto, prediligi tempi di recupero maggiori rispetto al solito minuto

Seguendo già questi consigli un principiante può ridurre il rischio di lesioni e allenarsi in modo sicuro e salutare.

 

Esercizi utili per la corsa

 

  • Sollevarsi almeno una decina di volte sulle punte
  • Salire e scendere da un gradino
  • Afferrare un asciugamano con le dita dei piedi

 

Esercizi utili per qualsiasi attività

Rinforzo del core (plank), esercizi per mobilità di spalle, anche, caviglie, scapole

 

  • Fai delle circonduzioni delle caviglie, anche, braccia e polsi.
  • Mobilizza le scapole verso l’alto everso il basso, esterno e interno.
  • Solleva leggermente il piede e punta verso terra prima la punta e poi il tallone.
  • Fletti il ginocchio a 90 gradi e portalo verso l’esterno.

PERFORMANCE SPORTIVA, ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE DURANTE L’ ESTATE

Per favorire la performance sportiva e la ripresa muscolare durante l’estate è importante una corretta alimentazione e idratazione.

Sport in estate

L’estate è una stagione in cui molte persone si dedicano ad attività sportive all’aperto, come nuoto, corsa, ciclismo e calcio. Durante questo periodo è ancor più importante seguire un’alimentazione corretta e mantenere un adeguato livello di idratazione corporea poiché lo stress termico e fisico a cui è sottoposto il nostro organismo nello svolgimento dell’attività fisica è decisamente maggiore.

 

Idratazione adeguata

Mantenere un adeguato livello di idratazione è fondamentale per poter sostenere la performance sportiva e, in ogni caso, per la salute generale del corpo. Durante l’estate, a causa delle temperature elevate, il corpo perde più liquidi attraverso la sudorazione. La disidratazione può portare a una diminuzione delle prestazioni fisiche, cali di energia, affaticamento eccessivo e crampi muscolari. Pertanto è essenziale mantenere un adeguato equilibrio idrico.

 

 

Ecco alcuni consigli:

  • Ricordati l’acqua! Bere acqua regolarmente durante l’attività fisica è fondamentale per rimpiazzare i liquidi persi con la sudorazione. È decisamente consigliabile bere piccole quantità di acqua ad intervalli regolari, piuttosto che aspettare di sentirsi assetati.
  • Integra con bevande elettrolitiche. Durante l’attività fisica prolungata, il corpo non solo perde acqua ma anche importanti sali minerali chiamati elettroliti. È possibile reintegrare questi elettroliti attraverso bevande sportive che contengono sodio, potassio e altri sali minerali.
  • Limita l’assunzione di alcol e caffeina. L’alcol e la caffeina possono aumentare il rischio di disidratazione. Durante l’estate, soprattutto in concomitanza con l’attività fisica, è meglio limitare il consumo di queste bevande, in quanto possono aumentare notevolmente la sudorazione e la produzione di urina e dunque causare perdita di liquidi.
  • Scegli cibi idratanti. Alcuni alimenti, come anguria, cetrioli, pomodori e fragole, sono in larga parte costituiti da acqua e possono contribuire all’idratazione complessiva del corpo. Includi questi alimenti nella tua dieta estiva per favorire una buona idratazione e sostenere la performance sportiva.

Alimentazione adeguata

 

Oltre all’idratazione, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel favorire la performance sportiva e la ripresa muscolare. Durante l’estate, il caldo e l’attività fisica intensa possono mettere a dura prova il nostro corpo. È importante fornire al corpo i nutrienti necessari per sostenere l’energia e favorire la ripresa muscolare.

 

 

Ecco alcuni suggerimenti per un’alimentazione adeguata durante l’estate:

  • Consuma carboidrati complessi. I carboidrati sono una fonte importante di energia per il corpo. Opta per carboidrati complessi come cereali integrali, riso integrale, quinoa e patate dolci. Evita i carboidrati raffinati e gli zuccheri aggiunti che possono causare picchi glicemici e cali energetici.
  • Assumi proteine di alta qualità. Le proteine sono essenziali per la riparazione e la crescita muscolare. Assumi fonti di proteine magre come pollo, pesce, uova, legumi e latticini a basso contenuto di grassi. Le proteine aiutano anche a ridurre la sensazione di fame e a mantenere il senso di sazietà per un periodo più lungo.

 

  • Integra con frutta e verdura. Le verdure e la frutta sono ricche di vitamine, minerali e antiossidanti. Consuma una varietà di colori per ottenere una gamma completa di nutrienti. Gli antiossidanti aiutano a combattere lo stress ossidativo causato dall’attività fisica intensa e dal caldo.
  • Presta attenzione all’orario dei pasti. Mangiare in modo regolare e bilanciato è fondamentale per mantenere l’energia durante l’attività fisica. Fai pasti leggeri e frequenti per evitare la sensazione di pesantezza nello stomaco durante l’esercizio.
  • Assicurati di consumare un pasto completo almeno un paio d’ore prima dell’allenamento.
  • Evita cibi pesanti e grassi saturi. Durante l’estate, evita cibi pesanti e ricchi di grassi saturi che possono appesantire la digestione e causare spossatezza. Opta per alimenti leggeri, freschi e ricchi di nutrienti.

In conclusione, mantenere una corretta idratazione e alimentazione durante l’estate è indispensabile per favorire la performance sportiva e la ripresa muscolare. Mantenere un adeguato equilibrio idrico, consumare cibi nutrienti e bilanciati, e prestare attenzione all’orario dei pasti sono alcune delle strategie chiave per massimizzare le prestazioni fisiche e promuovere una salute ottimale. Ricorda di consultare sempre un professionista del settore per un’adeguata pianificazione dietetica in base alle tue esigenze individuali.

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FISIOTERAPIA ACQUATICA E RIABILITAZIONE IN PISCINA

La fisioterapia

La fisioterapia è una branca della medicina che ha lo scopo di riportare i pazienti in uno stato di normalità in seguito ad un trauma, una patologia o un intervento chirurgico. La riabilitazione quindi può essere eseguita presso uno studio o una clinica privata, dove saranno presenti dei lettini, una palestra e uno spazio adibito per gli esercizi, oppure in acqua o meglio ancora in una piscina attrezzata.

 

Fisioterapia in acqua

In acqua non essendoci gravità, non percepiamo il peso del nostro corpo, perciò i pazienti che hanno delle limitazioni funzionali, una condizione di obesità o semplicemente un’età avanzata, avranno la possibilità di sentirsi più autonomi in un ambiente come la piscina o in mare. Infatti in acqua abbiamo la percezione che alcuni movimenti, apparentemente difficili, possono risultare più semplici anche grazie alla spinta idrostatica che ci riporterà verso l’alto.

 

 

Patologie più adatte ad una fisioterapia acquatica

Sicuramente le condizioni cardio-vascolari e respiratorie, sono le più favorite perché la circolazione sanguigna, il ritmo respiratorio e il movimento sono agevolati e permettono alle persone poco avvezze all’attività fisica di muoversi con più facilità. Tuttavia all’interno dell’acqua incontriamo una resistenza che può essere sfruttata per allenare o riabilitare il corpo, ci aiuta a rimanere a galla, ci permette di avere consapevolezza dello spazio circostanze e quindi di allenare la coordinazione e la percezione del nostro corpo.

 

Fisioterapia post-intervento chirurgico

La resistenza dell’acqua può essere sfruttata per creare ed inventarsi molteplici esercizi, con lo scopo di rinforzare la muscolatura. Ad esempio in seguito ad un intervento chirurgico agli arti inferiori, il paziente perde l’autonomia e la capacità di camminare, perciò l’acqua può essere un ottimo strumento per rieducare il paziente al ritorno a questa attività fisiologica. Il messaggio importante è quello di non consigliare la fisioterapia in acqua come parte fondamentale del percorso riabilitativo, anzi, dobbiamo essere consapevoli che essendo animali terresti, quindi abituati alla gravità, abbiamo bisogno di riabilitarci nel nostro habitat naturale.

Qualora la fisioterapia post chirurgica fosse eseguita completamente in acqua, il paziente potrebbe avere difficoltà, per esempio al ritorno ad un’attività sportiva fuori dall’acqua. Qualora fosse il contrario non ci sarebbero conseguenze deleterie, ma il pensiero moderno della fisioterapia non ha alcune controindicazioni contro la fisioterapia in acqua, ma delle linee guida che andrebbero seguite il più possibile. Quindi un ipotetico paziente potrebbe fare tranquillamente una parte della riabilitazione in acqua, senza andare incontro ad alcune conseguenze.

 

Fisioterapia in acqua, si consiglia di:

  • Verificare che la patologia che ci affligge sia adatta alla riabilitazione in acqua.
  • Fare un controllo delle comorbilità
  • Non avere ferite aperte o ancora i punti di sutura post chirurgici
  • Non avere infezioni o infiammazioni acute
  • Camminare in acqua alta se ci sono problemi di obesità, sedentarismo, caviglie gonfie, deficit di ritorno venoso, problematiche cardio-vascolari e respiratorie.
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ESPOSIZIONE AI RAGGI SOLARI

Il sole, effetti positivi e negativi

Il sole è nostro amico, ma a volte può tradirci. Dobbiamo imparare a conoscerlo e relazionarci con lui in maniera corretta.

L’ esposizione solare porta numerosi benefici, per esempio alle ossa, alla psiche, ma in estate e soprattutto nelle ore più calde, può creare complicazione al nostro corpo.

 

 

L’ eccessiva  e prolungata esposizione del corpo ai raggi del sole, provoca il terribile “colpo di sole” con disturbi generalizzati, ma molto frequenti sono anche le ustioni della pelle di 1° o 2° grado

In particolare, l’ustione di primo grado, anche detta superficiale, è quella più comune dopo esposizione prolungata al sole e si caratterizza per un impegno in profondità solo dell’epidermide, ovvero lo strato più superficiale della cute. La terapia è basata su medicazioni con ausili dedicati e la guarigione avviene in pochi giorni. L’ustione di 2° grado è invece più grave ed impegna in profondità sia l’epidermide che il derma. La guarigione avviene in tempi più lunghi e con medicazioni complesse, a volte è necessario addirittura l’ausilio della chirurgia con innesti di pelle.

 

Protezione della pelle

Tutte queste affezioni si possono ovviamente prevenire con le dovute accortezze. In primis è fondamentale evitare l’esposizione solare nelle ore più calde della giornata (dalle 12.00 alle 15.00). È necessario inoltre applicare debitamente la protezione solare con prodotti di buona qualità ed almeno 50+. Dopo il mare è importante idratare la cute stressata dalle radiazioni solari con creme idratanti dopo-sole.

 

 

Le radiazioni solari sono causa anche di numerosi disordini estetici come le fastidiose macchie solari o macchie attiniche. Esse insorgono dopo esposizioni prolungate e ripetute al sole senza le adeguate protezioni ed il loro trattamento è a base di peeling chimici o laserterapia.

Sono poche accortezze da seguire per  evitare anche gravi sequele con danni che possono in alcuni casi essere anche permanenti.

Abbi cura della tua pelle e lei te ne sarà grata.

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BENEFICI DEL MARE

Benefici del mare

All’interno dell’acqua il peso del nostro corpo si annulla e per effetto della spinta idrostatica sarà più semplice non percepire il peso del corpo, tuttavia dipende a che livello l’acqua ricopre il nostro corpo. Infatti più superficie del nostro corpo è immersa in acqua, più incontreremo una resistenza, che può essere sfruttata per allenare il nostro sistema cardio circolatorio e il nostro sistema muscolo scheletrico.

Camminare nell’acqua alta può fare molto bene per tutte quelle patologie vascolari come, flebiti o insufficienze venose, vasculopatie o patologie neurologiche, come il morbo di parkinson o sclerosi multipla, ma è molto utile anche per tutti quei pazienti obesi o che hanno una vita sedentaria. Immergersi all’interno di un elemento come l’acqua facilita la stazione eretta, l’esercizio fisico dato dalla resistenza e quindi il movimento.

 

Terapia in acqua e assenza di gravità, pro e contro

Spesso però si consiglia la terapia in acqua per patologie come discopatie e lombalgia senza aver effettuato una valutazione sufficiente.

In realtà, l acqua non ha degli effetti negativi, ma è l’indicazione degli specialisti ad essere sbagliata. L’ assenza di gravità in acqua può essere un fattore utile per determinate patologie. ma è errato indicare di fare idrochinesiterapia a tutti i costi per patologie discali. L’ acqua non si può definire un elemento dannoso per il corpo, ma l’esposizione continua in assenza di gravità (come per esempio per i nuotatori e per gli astronauti) può portare a molteplici problemi, come la lassità legamentosa e anche a problemi di colonna vertebrale, non essendo più abituata alla sopportazione del carico gravitazione.

 

Nuotare o comminare nell’ acqua ha come obiettivo il rinforzo muscolare, utile per esempio all’ articolazione del ginocchio, fare attività motoria per aiutare il ritmo cardio circolatorio, fare esercizio fisico utile alla salute generale, ma non certamente può avere l’ obiettivo di ridurre il dolore alla schiena.

Molti pazienti scelgono, anche sotto indicazione medica, di andare in piscina per problematiche meniscali, artrosiche o post operatorie. Questo può essere efficace nel momento in cui il paziente sente la necessità di muoversi. All’interno dell’acqua diventa tutto più semplice, tuttavia non si può ridurre una riabilitazione a delle lezioni in acqua, visto che il corpo ha bisogno di riabilitarsi in carico e quindi sulla terra ferma. Siamo animali terresti quindi soggetti costantemente alla gravità  ed è per questo motivo che la riabilitazione ha il compito di riportare il paziente all’interno del suo habitat naturale.

Riabilitazione corretta

Per esempio, alcuni pazienti operati al crociato del ginocchio o di protesi di anca, hanno ricevuto dal medico come  indicazione terapeutica post operatoria, solamente di fare idrochinesiterapia e camminata. A distanza di un anno il risultato è che questi pazienti, non avendo fatto una buona riabilitazione, rischiano infiammazioni croniche come tendiniti, problemi posturali, mal di schiena e altre condizioni. La conseguenza è la necessità di rivolgersi ad un terapista che avrebbero potuto evitare se avessero seguito il corretto protocollo delle indicazioni  post operatorie.

Sostenere che spesso i medici danno indicazioni non corrette, potrebbe essere sconveniente, ma è utile per i pazienti affinché possano valutare in maniera più consapevole quali siano le cause di alcuni problemi, che spesso restano non risolti o difficili da risolvere.

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LA TERAPIA IN ACQUA PER IL MAL DI SCHIENA

La terapia in acqua per il mal di schiena: benefici

L’acqua è un elemento straordinario, ha molteplici effetti positivi e spesso viene utilizzata all’interno delle pratiche riabilitative ed ortopediche attraverso l’idrochinesiterapia. All’interno di una piscina o in mare il peso effettivo del nostro corpo si annulla perché non è presente la gravità. Questo fenomeno fa si che non ci sia carico sulle strutture articolari. Seguendo questo principio diminuendo il carico e riducendo lo stress, il paziente che ha mal di schiena, sarà privo di stimolazioni negative che possano peggiorare il sintomo.

 

La terapia in acqua per il mal di schiena: controindicazioni

Di recente sono stati effettuati studi sulle patologie discali che hanno evidenziato contraddizioni con le molteplici indicazioni mediche a riguardo della terapia in acqua.

Una delle cause più comuni di lombalgia è il dolore discogenico, quindi causato dal disco intervertebrale, un problema del rachide che può portare a molteplici conseguenze. Diversi studi osservazionali non danno certezza se sia più giusto lo scarico o carico del disco, ma ci danno delle risposte molto interessanti a riguardo.

Dagli studi di Andrew J Teichtahl et al. sulla relazione tra attività fisica e altezza media del disco intervertebrale,  si è visto che alcune stimolazioni avevano un effetto positivo, mentre l’assenza di esse avevano un effetto negativo. Quindi la possibilità che bassi livelli di attività fisica possano avere effetti deleteri nel mantenimento dell’integrità del disco è alta. Quest’analisi ci fa riflettere se esistano degli esercizi utili per il paziente con problematiche discali, e soprattutto quali possano portare beneficio al disco.

 

L’assenza di carico e il mal di schiena

Un’interessantissima ricerca portata avanti da Treffel Loïc et al. ha valutato le conseguenze dell’assenza di gravità per gli astronauti. Si è osservato che al loro ritorno dalla missione spaziale numerosi astronauti, avevano sviluppato una sintomatologia di mal di schiena (LBP), scoprendo che in molti era insorta anche una condizione di ernia discale. Dunque è giusto chiedersi quanto l’assenza di gravità (quindi l’assenza di stimoli alla colonna), possa aver ricoperto un ruolo chiave nella comparsa dell’ernia discale o della lombalgia.

L’assenza di carico è un fattore negativo, non bisogna consigliare al paziente di evitare il carico a tutti i costi, come camminare, stare in piedi o sfuggire dalle attività della vita quotidiana solamente perché si ha mal di schiena, invece è importante, partendo da un’attenta valutazione, comprendere la quantità di carico che può sopportare o meglio diminuire il sintomo.

 

Effetti negativi sulla schiena per assenza di gravità

Altri studi sugli astronauti hanno documentato in particolare tre fenomeni negativi legati all’assenza prolungata di gravità:

– allungamento della colonna vertebrale sull’asse longitudinale; in un contesto posturale si è riscontrato non correlato ad uno stato di benessere;
– diminuzione della lordosi lombare
– erniazione discale
– atrofia muscolare

Inoltre una volta che gli astronauti erano tornati ad una condizione di normale gravità il recupero è stato tutt’altro che veloce, necessitavano di lunghi percorsi di fisioterapia e di recupero del trofismo muscolare.

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LA POSTURA

LA POSTURA E’ “LA POSIZIONE DEL CORPO UMANO NELLO SPAZIO”

La postura statica e dinamica

Si possono definire due tipi di postura:

Postura Statica, ossia quella assunta ad esempio da seduti davanti ad un computer.

Postura Dinamica, un’attività dove vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali).

 

Avere quindi una corretta postura è importante non solo perché ti fa sentire meglio ma è anche salutare per i muscoli, le articolazioni, la circolazione sanguigna e per la mente.

Gli elementi utili ad analizzare  la postura sono tre:
1 spazialità : ossia il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio
2 antigravità: ossia la posizione più corretta e con meno dispendio energetico che assume il nostro corpo sotto forza di gravità
3 equilibrio : il corpo in posizione statica e dinamica assume una posizione di equilibrio a seconda degli stimoli ambientali che riceve dall’esterno.

 

Postura e psicologia

Punto fondamentale è il rapporto tra psicologia e postura .
Il nostro linguaggio è verbale, ma anche non verbale e in riferimento a questo, la nostra postura è una  netta conseguenza di : stati emotivi, situazioni di stress, traumi  e posizioni antalgiche in presenza di dolore. Ad esempio una persona molto chiusa e introversa, magari con problematiche viscerali, presenterà sicuramente delle spalle ricurve in avanti e un’ accentuata cifosi dorsale.

 

La postura corretta ideale non esiste , ognuno di noi ha una sua postura che deve essere il più possibile idonea e funzionale sul piano statico e dinamico del movimento.
Quindi, a chi svolge  lavori molto sedentari, si consiglia di non prolungare la stessa postura per molte ore e di fare piccole pause cambiando spesso posizione per evitare di andare incontro a dolori causati, appunto, da una posizione alterata prolungata nel tempo.

 

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LO SMART WORKING E LE SUE CONSEGUENZE

Covid -19

 

10 marzo 2020, una data rimasta indelebile nella nostra memoria: il Covid -19 è entrato nelle nostre case provocando delle rilevanti ripercussioni sulla vita e le abitudini di ciascuno di noi. Un periodo di paura e incertezza mai vissuto prima, l’uomo era completamente impreparato ad affrontare una pandemia del genere.

 

Ansia e paure

Siamo stati costretti a chiuderci in casa, per evitare il diffondersi del virus, creando ansia e paura in molte persone, evitando qualsiasi contatto sociale. Si percepiva l’aria di un’apocalisse imminente. Uscire dalla propria abitazione era diventato difficile, fare la spesa creava un mix tra ansia e svago lungo quelle file infinite e comprare i beni necessari sembrava indispensabile per affrontare le giornate in casa. In qualche modo la società ha risposto, dettando sia delle regole di vita che lavorative.

 

Lo smart working

Infatti, nonostante si trattasse di una pratica già diffusa in alcune aziende, il lavoro da casa è stato parte integrante di quella fase storica. Ore e ore dentro casa a lavorare davanti al computer, senza aver avuto il tempo di trasformare la nostra casa in un ufficio. Sedie e tavoli da cucina convertiti in strumenti da lavoro perché l’uomo non può fermarsi, anche davanti alle catastrofi o in presenza di una guerra. Il nostro istinto è quello di andare avanti e la società ci spingerà sempre di più a farlo.

 

 

Malessere psicofisico

Tutto questo comporta delle sensazioni di stress enormi, la stessa pandemia da Covid -19 ci ha resi più incerti sul futuro. Ore e ore di lavoro a casa, con il pensiero fisso sul futuro, seduto su un divano o sul letto. Il tuo capo ti chiama e ti invia delle email come se non avesse mai guardato fuori dalla finestra: l’importante è il business anche di fronte a queste situazioni e il contesto diventa meno rilevante.

Dunque, come si sa, alla fine del lockdown molte persone sono rimaste afflitte da vari dolori o percezioni di malessere fisico, che hanno richiesto l’intervento di specialisti come fisioterapisti, terapisti manuali e psicologi.

 

Aspetti negativi dello smart working

I ricercatori hanno rilevato un aumento considerevole di dolori alla schiena dopo aver lavorato per giorni dentro casa. Questo può essere spiegato solamente osservando le cose con una visione della medicina e della salute globale, che considera molteplici aspetti del problema. L’essere umano è influenzato moltissimo dal contesto. Stress, paura, ansia, posizioni errate mantenute per molto tempo, mobili di casa utilizzati come postazioni di lavoro sono elementi che possono portare una persona a soffrire di uno specifico dolore, che può esacerbarsi fino a diventare debilitante.

 

Postura scorretta

Molti pazienti pensano di poter affrontare ore di lavoro con sedie che solitamente si utilizzano in sala da pranzo, rigide, piccole, con lo schienale basso e spesso non adatte al tavolo, che è troppo alto o troppo basso.

Quindi, quando si lavora da casa, diventa fondamentale tenere in considerazione l’altezza del tavolo, per trovare una posizione che non costringa il corpo a flettersi in avanti, in modo da tale da evitare stress articolari prolungati nel tempo.

 

È anche molto importante sedersi una sedia comoda e morbida, con uno schienale alto che possa fare riposare la schiena nei momenti di pausa o comunque che possa aiutare a mantenere una postura corretta, evitando l’affaticamento di altre strutture dell’apparato muscolo scheletrico.

Durante la valutazione iniziale, può capitare che i pazienti raccontino di lavorare in smart working anche seduti/sdraiati sul divano o sul letto, apparentemente comodo e piacevole, prassi molto pericolosa per la salute della schiena se protratta nel tempo.

 

Aspetti positivi dello smart working

Tuttavia è giusto anche valutare gli aspetti positivi e non solamente quelli negativi dello smart working: per esempio non affrontare il traffico, mettere la sveglia più tardi o rimanere in un ambiente confortevole. Le stesse famiglie hanno avuto la possibilità di stare più tempo insieme grazie al lavoro agile.

Ma pensiamo a cosa potrebbe succedere se il lavoro fosse completamente strutturato da casa! Le persone si alienerebbero dal sociale e le relazioni con i colleghi sarebbero più rare. Forse una via di mezzo sarebbe la scelta migliore, permetterebbe al lavoratore di organizzarsi meglio con i tempi e con i compiti da fare durante la settimana.

 

Quindi, risulta importante organizzare il lavoro da casa in maniera tale da cercare di mantenere una postura corretta, anche per evitare fastidi e dolori alla schiena ed evitare conseguenze dannose. Il corpo è fragile e dobbiamo preservarlo da tutte quelle le forze esterne, fisiche ed emotive che ledono l’equilibrio e quindi il nostro benessere.

 

Per concludere, oggi lo smart working ci fa riflettere su quello che potrà essere il lavoro del futuro, bisogna quindi comprendere e diffondere ai nostri pazienti i migliori consigli per svolgerlo nel modo più corretto, al fine di prevenire qualsiasi tipo di dolore e fastidi futuri.

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