Benefici del mare
All’interno dell’acqua il peso del nostro corpo si annulla e per effetto della spinta idrostatica sarà più semplice non percepire il peso del corpo, tuttavia dipende a che livello l’acqua ricopre il nostro corpo. Infatti più superficie del nostro corpo è immersa in acqua, più incontreremo una resistenza, che può essere sfruttata per allenare il nostro sistema cardio circolatorio e il nostro sistema muscolo scheletrico.
Camminare nell’acqua alta può fare molto bene per tutte quelle patologie vascolari come, flebiti o insufficienze venose, vasculopatie o patologie neurologiche, come il morbo di parkinson o sclerosi multipla, ma è molto utile anche per tutti quei pazienti obesi o che hanno una vita sedentaria. Immergersi all’interno di un elemento come l’acqua facilita la stazione eretta, l’esercizio fisico dato dalla resistenza e quindi il movimento.
Terapia in acqua e assenza di gravità, pro e contro
Spesso però si consiglia la terapia in acqua per patologie come discopatie e lombalgia senza aver effettuato una valutazione sufficiente.
In realtà, l acqua non ha degli effetti negativi, ma è l’indicazione degli specialisti ad essere sbagliata. L’ assenza di gravità in acqua può essere un fattore utile per determinate patologie. ma è errato indicare di fare idrochinesiterapia a tutti i costi per patologie discali. L’ acqua non si può definire un elemento dannoso per il corpo, ma l’esposizione continua in assenza di gravità (come per esempio per i nuotatori e per gli astronauti) può portare a molteplici problemi, come la lassità legamentosa e anche a problemi di colonna vertebrale, non essendo più abituata alla sopportazione del carico gravitazione.
Nuotare o comminare nell’ acqua ha come obiettivo il rinforzo muscolare, utile per esempio all’ articolazione del ginocchio, fare attività motoria per aiutare il ritmo cardio circolatorio, fare esercizio fisico utile alla salute generale, ma non certamente può avere l’ obiettivo di ridurre il dolore alla schiena.
Molti pazienti scelgono, anche sotto indicazione medica, di andare in piscina per problematiche meniscali, artrosiche o post operatorie. Questo può essere efficace nel momento in cui il paziente sente la necessità di muoversi. All’interno dell’acqua diventa tutto più semplice, tuttavia non si può ridurre una riabilitazione a delle lezioni in acqua, visto che il corpo ha bisogno di riabilitarsi in carico e quindi sulla terra ferma. Siamo animali terresti quindi soggetti costantemente alla gravità ed è per questo motivo che la riabilitazione ha il compito di riportare il paziente all’interno del suo habitat naturale.
Riabilitazione corretta
Per esempio, alcuni pazienti operati al crociato del ginocchio o di protesi di anca, hanno ricevuto dal medico come indicazione terapeutica post operatoria, solamente di fare idrochinesiterapia e camminata. A distanza di un anno il risultato è che questi pazienti, non avendo fatto una buona riabilitazione, rischiano infiammazioni croniche come tendiniti, problemi posturali, mal di schiena e altre condizioni. La conseguenza è la necessità di rivolgersi ad un terapista che avrebbero potuto evitare se avessero seguito il corretto protocollo delle indicazioni post operatorie.
Sostenere che spesso i medici danno indicazioni non corrette, potrebbe essere sconveniente, ma è utile per i pazienti affinché possano valutare in maniera più consapevole quali siano le cause di alcuni problemi, che spesso restano non risolti o difficili da risolvere.